La Sonnambula

Lei pallida e trasognata
ammirava il giorno nelle sue macerie
incatenata ad un sogno angusto,
ad un laccio incongruo di emozioni.
Un senso di rapimento la riconduceva
ad un livore infantile accantonato.
Un sonno barbiturico le mordeva i fianchi
con denti canini laceranti e forti.
Uno scorrere di dita le lusingava le carni
brividi di musica in pizzicare d’arpa.
Piangeva senza lacrime
addomesticando la sera,
acqua cotta in un mare di silenzio
Rotti gli argini del sonno
il sangue fluiva in desiderio piano.
La notte frantumava in alba,
striature rosa si riflettevano sul viso
un braccio inerte lungo il fianco
il labbro teso morso e sanguinante.
Sveniva tra le braccia dell’aurora
le pieghe del vestito intorno al corpo
il sonno l’avvolgeva come un velo.
 
(Disperdi il tuo fiato di bambola
sulle trame del cielo
e dormi, di un sonno senza sogni)
 
Pallida e trasognata fiutava l’aria
incatenata ad un laccio incongruo di emozioni,
labirinti di ombre in cui cercare un volto.
 
 

3 pensieri su “La Sonnambula

  1. Shulung

    A volte il cappio delle emozioni stringe il cuore togliendo il fiato, e andare per tetti di notte sprezzanti del pericolo ti ridona la gioia di vivere…..
    Il Drago insonne

  2. LorenzoDevanne

    mancavo da tempo in questo salotto di poesia e tornando non potevo che venirti a leggere..
    è sempre molto bello venire qui da te, e poter assaporare tramite parole intrecciate in versi, il tuo dire..
    questa poesia è di spessore, raffinata e elegante, nel suo svolgersi tramite scene disegnate in chiariscuri…nel suo descrivere il tormento..
    e tutto diventa emozione…
    sei bravissima…
    ti abbraccio e buon anno…(non è mai troppo tardi!!!)
    Lorenzo

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