Sogni e visioni, rose e coltelli

L’onda mi lambisce le gambe appena, è un rumore di nulla, una madre pietosa.
La notte è passata come una crocifissione. Veli neri distesi all’ombra delle tenebre e abbaglianti visioni incise sulla retina: contrappunto limaccioso e mobile.
Ora sono qui, dov’è il letto del mare e mi assopisco con l’onda ….dov’è il letto del mare,
La sabbia si insinua scomoda e la pelle rabbrividisce. Una nuova rovina da venerare, un nuovo altare su cui innalzare canti in forma di ricordi, muove miserie vestite di beatitudini.
Lentamente mi sciolgo i capelli e mi allungo sul bagnasciuga. E’ un’alba di marzo,fintamente primaverile, fredda nonostante il sole che sorge, umida come le lacrime rimaste appese agli occhi.
Il mare risplende di raggi come solo il mare sa fare. La sabbia si insinua scomoda anche tra i capelli. Dilato il respiro perché l’aria non scende. La spingo nei polmoni come fossi un imbuto.
Eppure questa volta non doveva succedere.
Non ci sono volti da ricordare, movimenti di ciglia, sussurri di labbra, odori e tepori. Una pesantezza che si alleggerisce del nulla di cui ha vissuto. Tutto è lapidario, tutto è lapidante.
E non odio no, che l’odio non rende tutto più semplice. Le mie parole sono scivolate addosso ai suoi bisogni, del resto è uno destino fra sessi non capirsi. Quanto è umano questo viaggio tra le intemperie del cuore, tra gli assalti dei sensi e le incomprensioni costanti.
Amare è difficile.
Mentre mi baciava mi piantava un coltello nel cuore. Può un bacio senza labbra lenire una ferita?
Non basta pronunciare TiAmo per amare.
Non odio no, che ho odiato tanto dentro a quel nostro non-amore ed ora sento solo uno strano dolore, come un frutto acerbo che si stacca dal ramo e cade prima di essere maturo.
Vasto è l’universo che mi comprende, sacro è lo spazio che mi circonda. Incastro vuoti con pieni apparenti sulla curva aspra del mondo.
I sogni restano sogni, le visioni sfumano sul confine di contatto, le rose appassiscono e i coltelli affondano nelle carni… e i bisogni? Anche si bisogni si affievoliscono nell’effimero passaggio della vita che diventa morte oppure mutano.
 
 
 


Sogni e Bisogni
di
Alfio Catania

11 pensieri su “Sogni e visioni, rose e coltelli

  1. harielle

    Rileggo le tue parole, pensando a quante volte ogni donna, me compresa, le ha provate sulla pelle, quelle sensazioni. Baci senza labbra che feriscono come coltelli. Parole senza amore che staccano frammenti di anima. E noi donne, messaggere di pace e portatrici di bandiere di sogni, che cadiamo per un bacio mai dato, per un amore, per una parola invocata e mai ricevuta. La festa della donna, adesso, dopo i cortei ai quali non andiamo più, purtroppo sostituiti da squallidi ritrovi tra donne che fanno le voyeurs, dovrebbe invece farci riprendere coscienza del nostro valore, della nostra fierezza e peculiarità. Un bacio, Margot

  2. Nonsipuofuggire

    Hai un blog davvero stupendo ^^ sono contenta di esser passata.
    Grazie per il messaggino che mi hai lasciato in tag 🙂
    Per prelevare i template basta cliccare sull'immagine e ti si aprirà il template. Con explorer vai su Visualizza–>HTML (in explorer 8 al posto di HTML c'è scritto Origine) se invece hai firefox clicchi su Visualizza–> sorgente pagina. Per tutti gli altri lavori trovi il codice sotto le immagini ^^
    Ti auguro una splendida giornata

  3. Aleteia

    che bella sensazione ti ho trasmesso Alfio! grazie per la tua visita… spero che la tua opera sia degnamente collocata
    M_

  4. xxnecrodaimonxx

    L'amore è un'inquieta contraddizione: perde il suo senso nel momento stesso in cui lo si pronuncia, sebbene sia l'anima a riversarsi nella parola e a credere in essa.
    E' vero, non basta dire "ti amo" per amare. Spesso si dovrebbe amare senza dire di amare; si parla col silenzio laddove si tace col parlare.

    Un saluto

  5. Shulung

    Ogni attimo è morte e i coltelli tagliano i gambi dei fiori con stridente allegria….e il mondo diventa un sudario.
    Il Drago
    (ps. hai letto quel libro?)

  6. harielle

    Hai un futurista tra i tuoi amici? Forte…:)
    Il quadro mi suggerisce l'idea che a volte, una donna, per salvarsi, deve mandare a mare un uomo e quant'altro…in senso metaforico, almeno.
    Quanto alla storia del mio post, avevo dimenticato di scrivere che il tizio che ha fatto del male a Vesna è italiano e benestante.
    Sto meglio, la primavera mi fa nient'altro che bene:))))

  7. anonimo

    …" Ora son qui, dov’è il letto del mare e mi assopisco con l’onda … dov’è il letto del mare, (…)  

         (naufragi, tra giochi di parole  e "letture del mare")

     … dal fondo, chiederei al Mare 
         di farmi conchiglia  
         per ascoltare il ronzio dei Suoi
         discorsi eterni
         che solo a Te racconta …

                                                   Tu, evochi – [senti? bzbzrn, znendnrn, kyj lut
                                                                         yxlz/snannan, ngrtlasxm.
                                                                         Tinfe fly nhtrgehll, zszszszszszs
                                                                         szszszszszszszszszs…………….] -,
                                                                         cara Poesia.
                                                                       
                                                                                       
                                                                         

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